Festival del Giappone a Firenze

Festival del Giappone

Quest’anno c’eravamo anche noi…al festival del Giappone a Firenze. Il periodo non dei migliori, il weekend prima di natale, però l’idea ci attirava e quindi abbiamo deciso di partecipare.
Il giovedì andiamo a montare lo stand e già l’atmosfera manifesta un non so chè di strano, irreale…”le genti” che circolano per allestire hanno colori folcloristici e caratteristiche un po’ distanti dall’usuale, ma, del resto, mi dico che quando andiamo alle varie fiere del benessere se ne vede di tutti i colori, dai figli dei fiori decadenti ai newager nostalgici!
Insomma stiamo portando avanti l’allestimento con non poche difficoltà essendo in una bellissima struttura vincolata dalle belle arti, quando ci vengono a dire che si sono sbagliati e il nostro stand è un altro….a questo punto manifesto una certa mancanza di aplomb tipica inglese ed esterno con qualche coloritura il mio pensiero più profondo, non proprio natalizio, ecco…ritengo di essere stato sufficientemente efficace tanto che ci danno uno spazio molto più grande di quello acquistato!

Siamo niente popòdimenoché difronte ad un concessionario che vende macchine con serigrafato sopra Mazinga e Goldrake, oppure svariate “Anime Manga” dal che ne deduco che qualcuno le acquista…Ministriii, ma una tassa sulla demenza, no???


Accanto abbiamo un simpatico signore giapponese che vende il famoso tè matcha (che io consumo da anni a colazione) e distribuisce assaggi della miracolosa bevanda che guarisce e previene qualsiasi malattia (infatti il mio ultimo raffreddore l’ha preso mio nonno), dall’altra parte uno stand di costumi e trucchi atti a trasformare le signorine adolescenti in personaggi dei cartoni animati…rimango un po’ perplesso nel constatare che qui si investono fortune di denaro per accedere in un mondo assolutamente sintetico fatto di movenze, moine con un aspetto così irreale da stupire…quello che mi ha colpito di più è che si esercitano anche per camminare e muoversi come i cartoni animati! Ai miei tempi si utilizzava il “metodo Montessori” per scoraggiare certi atteggiamenti per così dire non proprio affini alle aspettative del buon gusto comune…

Comunque realizziamo lo stand che viene carino…vedi foto! Anzi ci fanno pure i complimenti proprio i giapponesi. Cominciamo, così, la nostra attività di propaganda, il venerdì la cosa langue e considerata l’assenza di pubblico, cominciano ad arrivare i giapponesi degli altri stand che chiedono il trattamento “very strong” e così ci attrezziamo con pollici rotanti, alabarde spaziali e gomiti perforanti al titanio arricchito (l’uranio fa male alla salute…) per dare il meglio di noi…mi piace guardare gli allievi dei corsi che ci danno mano rimanere meravigliati da tale richiesta e ancor di più che la loro massima pressione è sempre poco e così impariamo a calcare la mano a tal punto che oggi, finita la kermesse, ho rischiato di “terminare” un paio dei miei uke occidentali che non capivano il motivo di tale accanimento!


Finita la prima tornata ci siamo detti, vabbè, chissà che commenti su di noi..a proposito,
mentre si facevano trattare volevano che i colleghi gli facessero le fotografie! E invece, la cosa evidentemente è piaciuta ed ogni momento era buono per scappare dal proprio stand e venire da noi a farsi “massacrare”…Emblematica una ragazza magrissima, esilissima e apparentemente dolcissima (ma probabilmente lo era anche i
n realta!) si è fatta trattare due volte al giorno spuntando qualunque gomito provasse a stupirla con effetti speciali…pressioni che avrebbero ucciso un occidentale di robusta stazza a lei faceva produrre teneri sorrisi di approvazione…I pollici facevano le scintille come un flessibile sull’acciaio!!! Gasp.

Personalmente sono rimasto un po’ colpito da certe particolarità di quella cultura anche se, in questa situazione, di esportazione. C’era una vasca con delle carpe ornamentali, si proprio i pesci quelli che si mangiano (da noi) che mi dicevano hanno prezzi fino a 30.000 euro ciascuno! Ma lo stand più mirabolante in assoluto era quello che vendeva le tavolette e le tazze del cesso più avveniristiche che mente umana (perversa) possa partorire…la più dotata di optional forniva alla modica cifra di 10.000 euro, si sono quattro zeri dietro all’uno, varie melodie automatiche e con funzione di coprirumori molesti, effetti speciali quali un intero autolavaggio da culo miniaturizzato ad oc che dotato di potente asciugatrice risolveva totalmente ed in modo assolutamente soddisfacente ogni problema legato alla naturale funzione quotidiana…ovviamente evito qualsiasi commento onde evitare che questo articolo faccia salire il nostro blog nelle classifiche demenziali dell’etere!

Nell’insieme, a conti fatti, aver vissuto questi tre giorni di caos giapponese ci ha consentito di mettere a confronto la nostra arte con il popolo di origine e verificare ancora una volta le grandi differenze culturali se non altro, relative alla gestione del corpo e le sue manifestazioni. Il più grosso risultato? Il nostro shiatsu gli garba eccome!

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